A fine aprile è approdata su Netflix la nuova serie dedicata alla pratica sessuale del Bondage dal titolo “Bonding”, tutta la serie è incentrata sulla pratica accostata al sadomasochismo dove due partner si relazionano fra di loro fra dominazione e sottomissione attraverso l’utilizzo di arnesi per legarsi e molto altro.
La serie punta a mettere in luce il legame e l’avvicinamento fra due persone che mettono a nudo la loro vulnerabilità, la serie sarà composta da sette puntate dalla durata molto breve, parliamo di quindici minuti ciascuna.
Il creatore della serie è Rightor Doyle e la trama parla di un ragazzo gay interpretato da Brendan Scannell (Pete) che si ritrova a fare l’assistente di Tiff, studentessa di New York, dominatrice interpretata da Zoe Levin.
La figura di Tiff è molto nebulosa, ha avuto soltanto problemi con il sesso opposto e questo la fatta arrivare ad avere un rapporto prettamente da dominatrice.
La serie è un mix fra commedia sessuale ed una costante insicurezza vissuta in maniera nevrotica ed il tutto viene raccontato in maniera molto grottesca, l’autore è sicuro che attraverso questa serie si riusciranno ad eliminare molti tabù che ancora oggi girano attorno al mondo del Bdsm.
Ci teniamo a puntualizzare che durante la serie non si vedrà nulla in maniera diretta ma i dialoghi non si risparmiano assolutamente, tutta la serie scivola via in maniera molto fluida contornata da personaggi eccentrici che all’apparenza sembrano normali ma che nascondono desideri sessuali veramente singolari.
Il fatto di aver scelto una durata così inusuale rende il tutto ancor più semplice e fluido e la narrazione di piccole situazioni quotidiane fa il resto.
A tal riguardo il produttore ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“A dirla tutta la trama della serie è basata sulla mia vita reale, avevo un’amica che decise di diventare una dominatrice ed io avevo bisogno di soldi quando mi trasferii a New York, e così l’ho fatto.
Sesso e potere hanno un legame imprescindibile, potere e sesso, dove le donne sono le custodi di questo mondo.
Se fossimo in grado di alleviare gli uomini dalla loro identità e dal bisogno di esprimere il loro potere sessuale, vivremmo in una società molto più libera”.